Il sistema sanitario italiano è una struttura complessa, fondata sulla centralità pubblica e su principi di universalità. Qualificato da punte di eccellenza e basse disuguaglianze nello stato di salute generale della popolazione, il nostro sistema risulta penalizzato dall’incremento dei bisogni sanitari legati all’invecchiamento demografico che, abbinati ai tagli prodotti dalla crisi, causano criticità come lunghi tempi di attesa e razionamento delle cure. Proprio per questo l’unico segno positivo della sanità italiana è rappresentato dalla crescita della spesa privata pari, negli ultimi dieci anni, a oltre il doppio di quella pubblica (1 mio). Nel decennio 2005/2015 l’Italia è cresciuta soltanto dell’1% medio annuo contro il 3,8% degli altri Paesi dell’Europa Occidentale, scivolando al quint’ultimo posto nell’investimento sulla salute. Oltre ad essere inferiore del 32,5% rispetto a quella dell’Europa Occidentale,

la spesa sanitaria italiana è caratterizzata da grandi differenze regionali tanto che l’area “Equità e Capacità di risposta ai bisogni di salute” è oggi quella più deficitaria nel confronto con gli Paesi europei. Quando il Sistema Sanitario Nazionale fatica ad essere adeguato, sono i cittadini a dover mettere mano alle proprie tasche per curarsi. E se in Italia la spesa sanitaria privata nel 2016 ha raggiunto i 36 mld di euro, sono 316 mila i nuclei familiari impoveritisi per farvi fronte. Con una crescita percentuale annua di oltre il 2,1 (di cui l’89,9% sostenuta direttamente dalle famiglie 3), la sanità privata rappresenta un’opportunità economica accompagnata da molti rischi: una sfida che, da oltre vent’anni, gli specialisti di Promozioni affrontano con successo a fianco di compagnie di assicurazione (4),e fondi sanitari integrativi casse e mutue (5).